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Suicide For Love [sequel di Cuore]

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Suicide For Love [sequel di Cuore] Empty Suicide For Love [sequel di Cuore]

Messaggio  -DarkGlo- Lun Nov 26, 2007 9:47 pm

Suicide For Love
[la morte per amore]


Il sole stava sorgendo a Konoha. Il cielo limpido, stava perdendo il suo colore bluastro diventando azzurro-arancione.
La città s’illuminava dei suoi raggi, mostrando molti edifici ancora dormienti e le strade vuote.
La brina che ricopriva le piante, piano, piano evaporava. La giornata si prospettava calda.
I timidi raggi di luce arrivarono ad illuminare una casa nascosta dietro ad un gigantesco albero. Una leggera brezza incominciava ad alzarsi. Le foglie dell’albero si mossero e un ramo andò a sbattere contro una finestra.
I raggi del sole attraversarono il vetro, entrando in una stanza. il loro viaggio continuò fino ad arrivare su due ragazzi.
Stavano sdraiati sul letto, tranquilli. Niente e nessuno li disturbava, nemmeno il sole.
Dormivano, uno abbracciato all’altro, dopo una notte di sporca passione. Una delle tante.

Il sole si alzò, mostrandosi in tutta la sua maestosità. La luce riempì la stanza e Itachi e Reiko aprirono gli occhi.

Si guardarono. Occhi neri su occhi azzurri.

Itachi le accarezzò il braccio, per poi spingerla sotto di lui e darle un bacio pieno di passione. Reiko gli mise le braccia intorno al collo lasciandosi trasportare. Si sentiva felice. Nonostante il corpo le facesse male per lo sforzo e le ferite, lei, si sentiva felice. L’importante era che lui le stesse vicina.

Il baciò finì. Itachi si mise nel lato e poi si alzò. Si rivestì e, dopo aver dato un ultimo bacio a Reiko, andò via. La ragazza, coperta solo dal lenzuolo, guardò la finestra da cui Itachi entrava e usciva a suo piacimento. Non era triste. Sapeva che sarebbe tornato la sera.
Si rivestì, fece colazione e poi uscì.
Era un jonin esperto e aiutava i maestri ninja ad allenare i loro allievi.
Pure quella mattina fece il suo lavoro. Però, rispetto alle altre volte, c’era qualcosa di diverso in lei. In molti se ne accorsero e le chiesero che le era successo di tanto bello. Lei rispondeva con una parola “Amore”.
Si, l’amore che provava per Itachi la faceva felice. Lei sarebbe morta per lui. Ormai, era una parte di Itachi. Si sentiva sua. Non poteva far a meno di lui. L’aveva stregata.
Anche se ciò che facevano era solo sesso violento e non amore, a lei non importava. Averlo con sé ogni notte, era l’unica cosa che valeva.

La giornata passò in fretta e arrivò la sera. Reiko andò in camera ed aprì la finestra.
Aspettò e aspettò, ma Itachi non arrivò.
Reiko si mise a letto ma non riuscì a dormire. Si chiedeva perché non fosse venuto. Come risposta si disse che era occupato all’Akatsuki, magari era in missione, ma di certo il giorno dopo sarebbe arrivato. Con questo pensiero si addormentò.

La notte passò. Il giorno seguente non c’era il sole. Era nuvoloso. Sembra che il cielo fosse triste, come Reiko. Quel giorno, il suo viso non esprimeva felicità, ma tristezza.
Fece il suo solito lavoro, ma la gente, sta volta, le chiese il perché della sua tristezza e lei rispose con la solita parola “Amore”.
Si, amore. Questo sentimento non portava solo felicità, ma anche tristezza, dolore.

Arrivò la sera. Reiko si mise ad aspettarlo ma anche sta volta, lui non venne.
La ragazza cominciò a preoccuparsi.

Passarono diversi giorni e Itachi non si fece più vedere. Reiko non riusciva più a dormire. Non sapeva che pensare. Stava malissimo. Non vedere più l’uomo che amava era frustrante. Si sentiva stringere il cuore. Piangeva.
Si, lei, piangeva. La ragazza dal cuore di ghiaccio, scaldato solo da quel peccato che provava verso il Mukenin.
Calde lacrime scendevano dai suoi occhi, attraversando le gote rosee e morendo nel cuscino.
Non riusciva più ad aspettare. Lo voleva lì con lei. Al suo fianco. Senza di lui si sentiva sola, abbandonata.
Si alzò dal letto, ancora piangente e prese un kunai appoggiato sopra la scrivania. Si sedette per terra, fissò attentamente il kunai, scrutandolo, ammirandolo. Poi, tese il braccio sinistro e passò la lama sul polso, formando un taglio orizzontale che prendeva tutta la larghezza dell’arto. Il sangue cominciò ad uscire imperterrito.
Alzò il kunai e fece un’altra volta la stessa mossa, però un po’ sopra il polso.

E poi ancora. E ancora. Ancora. Ancora.

Finchè non si sentì completamente libera. In pace con sé stessa.

Quando si sentì apposto fasciò le braccia, pulì per terra e si mise a dormire. Avrebbe aspettato ancora.


Passò una settimana. Reiko non sembrava più la stessa. Nessuno si avvicinava a lei. Reiko se ne stava sola, in disparte. Non si faceva più vedere tanto in giro.
Quel giorno uscì. Sentiva dentro di sé una strana sensazione, un brutto presagio.
Stava camminando verso casa. Una guardia le passò davanti e le disse che Itachi Uchiha, Mukenin di livello S, membro dell’Akatsuki, era morto una settimana fa. Il suo assassino era Sasuke Uchiha, sua fratello e come lui, unico membro del clan Uchiha.
Reiko, appena sentì la notizia, non credette alle sue orecchie. Non poteva essere morto. Non ci credeva. No, lui non era morto. Quella sera sarebbe venuto da lei e come sempre, avrebbero fatto l’amore e si sarebbero fatti male.

Si mise a correre. Entrò in casa e corse in camera. Le lacrime le scendevano dagli occhi. La vista le si era appannata.
Prese il kunai da sopra la scrivania e incominciò a tagliarsi.

Taglio. Taglio. Taglio. Taglio.

Il sangue cadeva per terra. Le forze cominciarono a mancarle e si sdraiò sul pavimento. Fissò il soffitto. La vista si appannava sempre di più. Il sangue usciva dalle braccia velocemente e, piano, piano, la vita uscì da Reiko.

Morì. Per amore.

Morì. Per raggiungere l’unico che la faceva star bene.

Morì. Per non sentirsi abbandonata.

Morì. Per stare per sempre insieme a lui.
Sul volto di Reiko, si formò un sorriso. Adesso era felice.
Poteva raggiungere il suo amato.

Il suo ultimo pensiero andò a lui poi, si spense.

Il suo cuore smise di battere e la sua anima si liberò.

-the end-
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lo so, scrivo storie drammatiche, malinconiche, autolesionistiche... quando le ho scritte ero un pò in depressione e quando sono in depressione ho pensieri neri... spero che vi sia piaciuta Smile
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Vecchio Saggio

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